…DOPO LA NASCITA:
Il puerperio, i primi 40 giorni di vita con il bambino, è un periodo estremamente delicato e sensibile per l’intera triade.
In particolare per il bambino questo periodo rappresenta l’adattamento alla vita extrauterina: ora infatti il bambino deve fare i conti con la sensazione di fame, avviare una buona ed efficace suzione, attivare la funzionalità gastrica e intestinale, controllare la termoregolazione, sentire il suo corpo in gravità e percepire luci e suoni in modo differente rispetto alla vita endouterina.
Spesso l’attenzione di una donna in gravidanza è concentrata sul momento della nascita, al dolore del travaglio-parto, all’incognita di questo evento tanto atteso e tanto temuto e poco tempo viene rivolto al dopo parto, quando in realtà è proprio da qui che tutto comincia!
Certamente una buona nascita crea le premesse perché tutto avvenga nel migliore dei modi, ma ogni mamma e neonato hanno sempre bisogno di tempo, di sostegno e di cure personalizzate.
Infatti nelle prime settimane dopo il parto, una neo-mamma oltre ad essere impegnata con l’accudimento del proprio bambino (prime poppate, pianto, bisogni, contatto), si trova a fare i conti con il suo corpo senza pancia, con le perdite post-partum, con la stanchezza fisica, con un perineo dolente, con il seno che si prepara all’allattamento, con il senso di responsabilità nei confronti di un piccolo essere umano.
La donna si trova quindi in un momento di passaggio, quello che la porta dall’essere donna all’essere madre: è una fase di transizione soggettiva, ogni donna ha il suo tempo e le sue modalità, ma tutte le donne per poter diventare madri hanno bisogno:
1) di accudire il proprio bambino, di relazionarsi con lui, di rispondere ai suoi bisogni, nonostante tutti i dubbi, le insicurezze, le paure che l’accudimento porta con sé, perché solo ”sperimentando” l’essere madre, solo sbagliando, solo provandoci, si diventa realmente madri.
2) Di essere sostenute, accompagnate, incoraggiate in varie modalità.
Sostegno pratico qualcuno che faccia per lei spesa, che cucini, pulisca, perché una donna nei primi 40 giorni non può e non deve fare tutto questo.
Sostegno affettivo da parte del compagno, dei nonni, degli amici.
Una donna che sente intorno a lei riconoscimento del suo impegno, della sua fatica, del suo ruolo, si rafforza, aumenta la sua autostima e la sua capacità di accudimento.
Sostegno dell’ostetrica, quando l’avvio dell’allattamento ha qualche difficoltà o quando la neo-mamma sente di aver bisogno di avere un riferimento nelle incertezze di accudimento.
Sostegno psicologico, quando, in alcuni casi, alla normale labilità emotiva (chiamata baby blues) frequente nei primi 10-15 giorni dal parto e caratterizzata da pianto facile, stanchezza psicofisica e malinconia, si somma e si prolunga nel tempo uno stato di depressione, di incapacità di prendersi cura del bambino con uno stato d’ansia perenne e destabilizzante.
In questo caso, occorre tempestivamente chiedere l’aiuto appropriato con fiducia e senza vergogna.
3) Di avere una rete di mamme con cui condividere gioie e fatiche dei primi mesi con il bambino.
I gruppi dopo parto rappresentano una grande risorsa e opportunità per tutte le neo-mamme, perché offrono l’occasione di uscire dall’isolamento domestico, di confrontarsi con altre mamme nella stessa situazione, di fare amicizie, di riappropriarsi dei propri spazi e tempi, di dedicare del tempo per sé e per il bambino in un contesto protetto e stimolante, di ritornare gradualmente in società.
Anche il neo-papà si trova ad affrontare un grande cambiamento e anche in questo caso i tempi sono soggettivi, ma ciò che può aiutarlo è stare insieme alla propria compagna e al proprio figlio almeno nei primi 10 giorni dopo il parto: non solo la sua presenza rasserena la compagna, ma permette alla coppia di “fare famiglia”, gli facilita la conoscenza del proprio bambino, gli permette di entrare nel suo ruolo di padre e protettore di mamma e bambino.
Concludo riportando il DECALOGO DELLA SOPRAVVIVENZA NEL PUERPERIO, scritto dalla nostra collega Ostetrica MARTA CAMPIOTTI e che ritrovate nel suo libro L’ARMONIA DELLA NASCITA:
1) Il bambino ha bisogno di te e del tuo tempo, tutto il resto può aspettare.
2) Più ti riposi e ti occupi solo del bambino, più ti sarà facile allattare.
3) All’inizio ci può essere qualche difficoltà, dopo sarà più semplice.
4) Fidati delle tue intuizioni e impara ad ascoltare il tuo bambino.
5) Non chiedere troppi consigli, non ascoltare chiunque, l’ostetrica ti aiuterà nei primi giorni se lo desideri.
6) Per la prima settimana evita le visite di amici e parenti, cerca la massima intimità con il bambino e con il tuo partner, poi accetta solo chi sa essere discreto e di aiuto..
7) Cerca di riposarti o dormire per una mezz’ora almeno di mattina e una di pomeriggio, organizzandoti per non essere disturbata.
😎 Farsi aiutare significa lasciare che altri si occupino della spesa, della cucina, della lavatrice.
9) Fatti preparare cibi nutrienti e semplici, piccoli spuntini golosi (ma sani!) e qualche bevanda energetica.
10) Anche tu hai bisogno di sostegno e coccole, riesci a chiedere aiuto al tuo compagno?
Tutti quanti, compagni, nonni, zii, amici, professionisti, dovremmo ricordarci che una donna accudita nel dopo parto, è in grado di accudire il proprio bambino al meglio e ciò crea benessere e salute in primis al bambino, poi a tutta la famiglia e poi all’intera comunità.
Articolo a cura dell’Ostetrica Francesca Gotti