La selettività alimentare nei bambini è un problema piuttosto comune.

Definito come “disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo”, a volte preoccupa i genitori, che faticano a instaurare un regime alimentare vario e salutare per il proprio bambino o la propria bambina.

Selettività alimentare: che cos’è e come si manifesta

Il rapporto del bambino con l’alimentazione è fatto spesso di alti e bassi. Molti di questi sono normali: il rifiuto al cibo da parte del bambino rappresenta in fondo una forma di indipendenza e una presa di coscienza della propria autonomia. Il problema, però, è quando il “non mi piace” o il “non mi va” di fronte al cibo mette a repentaglio la salute del bambino.

Durante la crescita, i bambini possono sviluppare ad esempio la cosiddetta neofobia, che consiste nel rifiuto dei cibi nuovi o che non si conoscono. Questa condizione si presenta con più frequenza intorno ai 18-20 mesi per poi rientrare entro i 3 anni, anche se a volte si protrae fino ai 5 o 6 anni.

La selettività alimentare, però, è una cosa diversa. I bambini selettivi scelgono infatti di nutrirsi solo di specifici alimenti, rifiutando tutti gli altri.

Il rifiuto verso i cibi che non rientrano nella cerchia ristretta degli alimenti preferiti si esprime attraverso un NO categorico a mangiarli: se il genitore prova a convincere o forzare il bambino a consumare questi alimenti, questi reagirà con disgusto, manifestando persino sforzi di vomito e stati di ansia.

Come risultato, il bambino ammetterà nella sua alimentazione solo pochissimi cibi, con il conseguente rischio di seguire una dieta poco varia e poco equilibrata.

Oltre ai problemi per la salute dei bambini, subentrano poi i problemi relazionali con la famiglia. Spesso, infatti, i genitori di bambini con selettività alimentare sono costretti ad assecondare le rigide preferenze alimentari, provando ansia, tensione e nervosismo di fronte a questo atteggiamento.

Alcuni consigli per gestire i bambini con selettività alimentare

Gestire la selettività alimentare nei bambini non è facile per un genitore. Il no ostinato a certe categorie di cibi a volte sa essere molto forte, e il genitore si trova spaesato, a volte persino arrabbiato.

Fermo restando che il miglior modo per trattare il problema è rivolgersi a degli esperti (pediatra, nutrizionista, psicologo/a dell’infanzia), esistono alcuni accorgimenti che possono aiutare il genitore a far fronte alla selettività alimentare del proprio bambino.

Il genitore dovrebbe ad esempio capire se la selettività alimentare è legata a uno stato emotivo particolare del bambino. Molto spesso il bambino potrebbe infatti sfogare sull’alimentazione un suo stato di malessere, legato ad esempio a un cambiamento importante come l’arrivo di un fratellino o l’inizio della scuola. Comprendere l’origine del problema aiuterà anche a trattarlo meglio.

In secondo luogo, è sempre bene non forzare eccessivamente il bambino a mangiare alimenti a lui sgraditi. Usare il cibo come minaccia, ricatto o punizione (“se non mangi questo non puoi tornare a giocare”, “se non finisci tutto fai piangere il papà”) è infatti il peggior modo per risolvere il problema della selettività.

Piuttosto, si potrebbe convincere gradualmente il bambino ad assaggiare alimenti e piatti nuovi spostando il focus dal “mangiare” al “conoscere” un cibo nuovo. Il genitore potrebbe ad esempio spiegare di cosa è fatto il cibo presente nel piatto, raccontare da dove viene, descrivere il suo sapore e la sua consistenza. Più si accende la curiosità e più il bambino potrà assecondare la sua voglia di conoscere ed esplorare, slegandola dalla componente meramente alimentare.

Un’altra buona idea può essere quella di coinvolgere il bambino nella spesa e nella preparazione dei piatti,magari cucinando insieme. Questo accrescerà la sua curiosità e aumenterà di pari passo la sua familiarità con determinati alimenti.

Non dimentichiamo poi il più importante dei consigli: essere un buon esempio per i propri figli.

I bambini imparano infatti anche per imitazione: ecco allora che i genitori che seguono una buona condotta alimentare diventano una fonte di ispirazione importante per avviare sane abitudini alimentari.

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