Negli ultimi anni, si sente parlare sempre più spesso di sindrome dell’intestino irritabile. Questa condizione rientra ormai tra i più frequenti problemi gastrointestinali della nostra epoca. Nonostante questo, sulla sindrome aleggia ancora un’aura di mistero.

Non si è ancora compreso a fondo che cosa scateni la sindrome del colon irritabile: si è parlato di fattori sociali e ambientali, addirittura di condizioni psicologiche ed emotive, passando per cause biologiche e predisposizione familiare.

Quello che sappiamo per certo è che è possibile alleviare alcuni sintomi seguendo una dieta corretta e uno stile di vita salutare: entrambi consentono infatti di preservare la salute e il benessere del nostro “secondo cervello”, sede non solo dei processi digestivi, ma anche della nostra emotività.

Che cos’è la sindrome dell’intestino irritabile

La sindrome dell’intestino irritabile è solo uno dei tanti disordini che riguardano il tratto digestivo e intestinale. Con questi ultimi condivide numerosi sintomi, che possono anche uscire dalla cerchia delle funzioni intestinali investendo altre sfere.

Chi soffre di colon irritabile può ad esempio manifestare reflusso, mal di testa, dolori alle articolazioni, debolezza, dolori diffusi. In generale, però, i sintomi collegati al colon irritabile sono:

  • gonfiore addominale;
  • meteorismo;
  • ricorrenti dolori all’addome e al basso ventre;
  • crampi intestinali;
  • stipsi;
  • diarrea;
  • frequenza di evacuazioni anomala;
  • variazione della consistenza e della forma delle feci.

Si tratta di sintomi molto generici e riconducibili a diverse patologie. Anche per questo è difficile giungere a una diagnosi.

Di solito, si giunge alla conclusione che una persona ha la sindrome del colon irritabile per “esclusione”, ovvero soltanto dopo aver escluso la presenza di altre patologie.

Non solo: i sintomi sopra descritti, per essere riconosciuti come manifestazioni della sindrome, devono essere presenti per almeno 3 giorni al mese in un arco di 3 mesi.

L’alimentazione per la sindrome dell’intestino irritabile

La comunità scientifica è d’accordo nel ritenere che uno stile di vita sano e attivo e una dieta studiata su misuradelle necessità del paziente siano le migliori “armi” per alleviare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile. Ricordiamo infatti che questa condizione non è considerata una malattia: pertanto, il suo “trattamento” consiste principalmente nella convivenza con la sindrome, cercando di prevenire gli spiacevoli effetti collaterali che il colon “irritato” esercita sul nostro organismo.

La presenza di gonfiore e meteorismo, ad esempio, potrebbe essere alleviata con una dieta di eliminazione: il medico potrebbe quindi consigliare di eliminare i cibi soggetti a fermentazione e responsabili di una produzione di gas da parte del microbiota intestinale.

Contrariamente a quel che si possa pensare, questo si traduce spesso nella riduzione di cibi ad alto contenuto di fibre, come ad esempio i prodotti di origine vegetale (alcuni tipi di verdure, legumi, frutta) che, nel nostro intestino, possono dare il là a problemi di gonfiore, meteorismo e aumento della massa fecale.

La regola non vale però per tutti i pazienti.

Come abbiamo visto, la sintomatologia del colon irritabile è così variegata che è impossibile scrivere delle regole valide per tutti i soggetti interessati da questa sindrome.

La verità è che la migliore strategia è quella di consultare un nutrizionista e iniziare un percorso di educazione alimentare, cercando di individuare insieme al professionista quali alimenti e bevande possono essere alleati della salute o, viceversa, nocivi per il benessere dell’intestino.

L’importanza dello stile di vita per il benessere dell’intestino

Oltre a ciò, è importante fare attività fisica regolare, oltre che bere molto per mantenere una buona idratazionedell’organismo.

In alcuni casi, il medico nutrizionista potrebbe suggerire di ricorrere a medicinali e integratori, soprattutto probiotici o a base di enzimi digestivi.

Sono molto frequenti anche le terapie complementari: c’è chi consiglia ad esempio di praticare meditazione, effettuare agopuntura, controllare e conoscere meglio la propria emotività con sedute di terapia presso psicologi e psicoterapeuti.

Tutto questo non deve sembrare strano: il nostro intestino è infatti molto influenzato da fattori emotivi e psicologici, essendo sede di numerosi neuroni. Ecco perché una buona conoscenza del proprio io, unita al sostegno dell’alimentazione, può offrire un ulteriore sistema di prevenzione e cura finalizzato a mantenere in salute il nostro intestino e il nostro intero organismo.

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